CHI È
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Convertire una piccola idea in una realtà di successo è difficile e rischioso quanto attuare una grande innovazione. Una vera trasformazione digitale non si propone di “migliorare” o di “modificare” i propri prodotti o la tecnologia esistenti, crea nuovi business!
Sembra impossibile? Nel 2013, il CEO di Netflix ha pubblicato un promemoria di 11 pagine per i dipendenti e gli investitori in cui veniva descritto nel dettaglio l’impegno a passare dalla semplice distribuzione di contenuti digitali a diventare un produttore leader di contenuti originali che potrebbe arrivare a vincere l’Oscar: da allora è passata da 4 a 24 miliardi di dollari di fatturato annuo consolidando ed estendendo la sua immagine sul mercato.
Ci sono esempi importanti anche in realtà italiane di dimensioni o settori meno ovvi: conoscete “la Bottega del Calzolaio”? Ha trasformato un negozietto che ripara scarpe nel “calzolaio dell’e-commerce” approdando su e-bay e crescendo in 3 anni del 400%. Altri esempi virtuosi sono “Botta”, un’azienda di imballaggi in cartone completamente robotizzata, “Di Sciascio” uno studio tecnico di progettazione nel settore edilizio, che sfrutta mirabilmente tecnologie 3D e di intelligenza artificiale.
Se stai leggendo questa sezione dentro di te saprai che non esiste un limite alle possibilità offerte dalla trasformazione digitale, tranne quelli che ci imponiamo da soli con le nostre barriere mentali.
Per ottenere successo in progetti di questa portata, che sono i più belli e stimolanti, occorre coinvolgere all’interno della tua azienda tutta una squadra di eroi che governeranno il processo di trasformazione, motivandoli e preparandoli correttamente e sinergicamente al cambiamento imminente. Nessuno può navigare e portare a destinazione la tua nave meglio di chi la vive a bordo tutti i giorni e ne conosce ogni aspetto. Se ti farai trainare o darai il comando ad un equipaggio esterno delegando per intero il tuo progetto sarà il modo più facile per naufragare, farsi guidare verso una destinazione che non riconosci e non volevi o al più non giungere mai in porto. Ma se ti farai affiancare da un unico riferimento che ti guidi e ti affianchi lungo tutti gli aspetti che il progetto di trasformazione digitale comporta, terrai tu stesso il timone della tua nave e godrai un viaggio su una rotta chiara e tracciata.
Il Salto esponenziale non è impossibile, si può fare! È difficile? Sì certo che è difficile, per questo in McDollar studiamo il settore da oltre 20 anni continuando ad aggiornarci e studiando i tanti fattori ed elementi collaterali che influenzano e possono avere ripercussioni sulla riuscita di un progetto di trasformazione digitale.
Se il tuo bisogno è questo, significa che hai ben compreso che l’innovazione è un aspetto fondamentale per restare sul mercato nel prossimo futuro, ma ti trovi a fronteggiare un terreno impervio per poter smuovere la tua azienda e il tuo business dall’inerzia! Aziende ben blasonate come Nokia, Blockbuster, Polaroid non hanno tenuto conto del progresso in corso e sappiamo quale è stato il loro destino e la loro storia. Ma perché dobbiamo toccare con mano il fallimento per renderci conto della lezione? I concorrenti avanzano veloci e da fronti spesso non ovvi, occorre quindi saperli avvistare e sfruttare l’innovazione digitale per restare al passo con i tempi e per differenziarsi, creando una propria nicchia specifica in cui eccellere ed essere noi più avanti di altri. Questo è fare trasformazione digitale e McDollar può aiutarti in questo viaggio di individuazione e messa in pratica della tua propria strategia per progredire e mettersi al passo a livello tecnologico e organizzativo.
Un’organizzazione innovativa sa che le nuove idee sono la linfa per ogni evoluzione e crescita, così per restare con la tua azienda sempre al top è necessario restare sintonizzati sul canale “Progresso”. Le possibilità offerte dalla tecnologia oggi sono tantissime, alcune sono sulla bocca di tutti altre meno. A volte le promesse sono ben al di sopra di quanto concretamente si può realizzare, come ad esempio i sistemi di chatbot (di cui nel 2020 si fa largo uso ma che non sono ancora così intelligenti per un uso apprezzabile su larga scala), in altri casi, come la nanotecnologia, la tecnologia ha fatto tali passi da gigante che approcciandola seriamente e in modo approfondito è davvero possibile superare le aspettative della media del mercato. Spesso occorre avere la capacità di identificare le opportunità di applicazione di tecnologie esistenti per dare loro uno scopo nuovo e originale; ne è un esempio la realtà aumentata che può trovare campi di applicazione ancora inesplorati. È fondamentale monitorare periodicamente i cambiamenti nei bisogni dei clienti, nel proprio mercato e in quelli adiacenti (non si sa mai che non diventino anche il nostro), nel progresso tecnologico per farsi venire sempre nuove idee coerenti con la propria visione strategica, valutandole poi in modo sistematico per capire quali di esse possono essere le più promettenti e a basso rischio.
La passione di McDollar in tutto ciò che si classifica come innovazione nel senso più ampio del termine, ci porta ad avere sempre una vetrina in costante aggiornamento di come evolva il settore della tecnologia e del digitale.
McDollar sostiene e condivide in pieno l’approccio di chi sente il bisogno di avere il controllo da tutti i punti di vista di come la strategia di trasformazione digitale venga messa in atto in azienda. Quando parliamo di punti di vista, intendiamo aspetti sia economici/commerciali, sia tecnici e funzionali di prodotto, sia organizzativi e di accettazione del cambiamento. Tutto deve essere in armonia e contribuire nella stessa direzione per portare al successo del progetto.
Sembra così complesso poter avere il controllo di un ecosistema così vasto e complesso, ma il segreto per avere la propria trasformazione digitale in pugno esiste: occorre conoscere ed sapere come applicare correttamente una serie i principi, delle “leggi generali” che stanno alla base della trasformazione digitale. Conoscere e condividere questi principi oltre che i modi e momenti in cui applicarli consente di prendere in mano ogni strategia digitale, nel tempo a prescindere da quanto possa cambiare il contesto e l’ambiente intorno a noi in cui ci muoviamo.
Aziende come Adobe che ha esteso i suoi servizi SW legati alla grafica al marketing o come Philips che ha spostato il suo core business dall’illuminazione alla tecnologia in ambito sanitario hanno saputo cambiare rotta sfruttando la digitalizzazione ma conversioni di questo entità non sarebbero assolutamente possibili senza un controllo attento di ogni fase della trasformazione digitale.
Spesso l’azienda ha già un progetto di strategia digitale in corso ma si trova in uno stato di incertezza su come attuarlo al meglio. Se la strategia è già ben delineata, dovrebbe essersi trasformata in una serie di iniziative specifiche. In questo caso diventa fondamentale trovare un metodo chiaro e uniforme per definire dei business case delle iniziative per formalizzare il potenziale rendimento di ogni singola iniziativa per l’obiettivo finale e l’impegno, tempi e costi da sostenere per attuarlo. Questo business case va definito di pari passo con un’attenta analisi funzionale dei requisiti di realizzazione perché solo così andremo a definire un servizio/prodotto in linea con le attese e con la strategia iniziale.
La tua strategia, potenziata con le metodologie di attuazione di McDollar, consente di procedere spediti verso il successo assicurando che tutti seguano la strategia stabilita in modo uniforme e sinergico. È difficile trasmettere la giusta visione a persone tecniche, che devono sviluppare i progetti, e far comprendere appieno che utilizzo va fatto dell’innovazione per fare le giuste scelte architetturali e tecniche. Serve una chiara visione di cosa si vuole realizzare in realtà coadiuvata dalla conoscenza delle possibilità tecniche esistenti per farlo.
Daresti mai tuo figlio in affidamento ad un’esperto di psicologia, come ad esempio Freud, fino alla sua maggiore età? Eppure è uno scienziato qualificato… Allo stesso modo delegare in toto la supervisione del proprio progetto di trasformazione digitale è il modo migliore per perderne il controllo e vederlo arenarsi o fallire! La trasformazione digitale rappresenta infatti il percorso di crescita della tua azienda verso l’età adulta…
L’approccio giusto è tenere in prima persona la supervisione del progetto, ma con una guida che insegni tecniche e strategie nuove per gestire la trasformazione digitale, ottimizzando i tempi e facendo i passi giusti al momento giusto senza dispersioni.
Come diceva Schumpeter: “l’innovazione è “distruzione creatrice”, nel senso che è necessaria per mantenere l’azienda sempre al passo del progresso ma che introduce tali elementi di novità che qualcos’altro nel contempo diventa obsoleto e occorre saper preventivare questo processo di sostituzione naturale sia che siamo noi ad attuarlo dal nostro interno sia che venga da fuori.
Pensare ad esempio che materiali con la memoria di forma possono diventare strumenti a basso costo per sopportare carichi enormi o in grado di autoriparare manifatture cementizie, risultava impensabile a chi ha inventato la tecnologia e solo “l’imprenditore ottimista e visionario” è in grado di vedere l’opportunità offerta dallo scienziato.
Un corretto approccio alla tecnologia si basa su due componenti: da un lato avere le giuste informazioni aggiornate circa la reale evoluzione della tecnologia e dall’altro capirne le ripercussioni sia di tipo tecnico che di modello di business per non creare qualcosa di potente che però poi sfugga di mano. Questi principi si attuano sia alle innovazioni tecnologiche più avveniristiche e avanzate, ma anche a semplici cambi di piattaforma architetturale dell’infrastruttura IT, sono un esempio di come i principi valgano a prescindere dal contesto.
“In azienda c’è un casino assurdo”
“Ho sempre la sensazione di spendere troppo in tecnologia e non poterci fare niente”
“Temo di fare le scelte sbagliate e imbarcarmi in progetti di reingegnerizzazione che non portano a niente”
Le architetture di oggi sono complesse e vastissime. Non serve rivoluzionare ogni volta la base tecnologica esistente in azienda e lottare contro i mulini a vento per un sistema centralizzato con l’obiettivo di ottenere il controllo assoluto dell’azienda. Inoltre non serve investire tutto subito.
La soluzione è di dotarsi di un’architettura a portafoglio. Segmentare cioè i bisogni per agevolare di volta in volta le tecnologie più idonee in base ai casi d’uso, ma nel contempo monitorare l’evoluzione delle architetture grazie ad una giusta classificazione e catalogazione dei componenti tecnologici.
Un fattore fondamentale per valorizzare i dati che si rendono disponibili grazie alla trasformazione digitale è di far parlare questi sistemi fra loro fin da subito quando si integrano nel nostro portafoglio architetturale, solo così abiliterai la possibilità di sfruttare i tuoi dati per farli rendere meglio, monetizzandoli.
McDollar nasce da una competenza prettamente tecnica e da sempre abbiamo lavorato nel campo delle architetture informatiche e legate all’informazione con competenza e lucidità, cercando di comprendere il perché e il come dell’evolversi delle tecnologie moderne. Per questo McDollar ha elaborato una metodologia proprietaria di disegno e gestione delle architetture in azienda che consente di creare chiarezza e conoscenza delle diverse componenti e di quando ciascuno di essi si rende utile per portare al successo nel modo migliore ogni iniziativa di innovazione digitale.
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